A volte mi chiedo se le cose accadono per coincidenza o, come secondo alcune teorie, le attraiamo.
Non volevo partecipare alla mostra a Cagliari per non spedire l’opera, una teca di vetro, e alla fine, dopo “The last call”, come lei l’ha chiamata, ho deciso e con le dovute accortezze ho costruito cassa ed imballato tutto.
Via, la mia ancella va in viaggio e…arriva rotta!

In un Atelier, a Cagliari di Daniela Bellofiore

Non vi nego che ho passato 3 giorni per metabolizzare emotivamemte tutto questo e, nel frattempo, dovevo pensare ad una soluzione di riparazione.

E SE LA MIA OPERA HA VOLUTO EVOLVERSI E CAMBIARE ASPETTO?
Quando é nata rappresentava uno stato emotivo sospeso. Uno stallo di un cuore imprigionato.

In un Atelier, a Cagliari di Daniela Bellofiore

Ed ora che il vetro si è rotto, vuol dire che il cuore esplode di energia?

LA MIA OPERA VIVE DI VITA PROPRIA?
Mi piace crederci…

È così che è iniziata l’avventura di questa collettiva che si è svolta in un bellissimo atelier, “Spazio e movimento”,  di un’ artista che fa dell’arte il suo amore per la vita.

Sinergia di tutti noi addetti ai lavori, e non, é stato lo Status sin dal primo incontro.

Curatori, direttori di museo, partner sostenitori e artisti per due giorni insieme, come amici da sempre, a cogliere il bello ed il senso delle piccole cose che si vivono. Senza  nessuna separazione emotiva, tutti uniti su un unico piano: ritrovarsi e riconoscersi nella semplicità di essere se stessi!

In un Atelier, a Cagliari di Daniela Bellofiore

Grazie

all’artista Elisabetta Onorati che ha voluto tutto questo;
all’artista Marilena Pitturru che ha messo il suo spazio a disposizione;
al curatore Efisio Carbone e alla curatrice Ivana Salis che hanno apprezzato la nostra anima espressa nelle nostre opere;
a Gabriella Mazzola che, nella veste di Premio Comel, ci ha sostenuto;
agli accompagnatori e accompagnatrici presenti al nostro fianco.

https://www.studio93.it/premio-comel-si-parte-con-la-mostra-like-a-mirror/